29.9.10

Sadismo digitale

La morte non piace a nessuno, neanche nel mondo digitale ma a volte ci sono piacevoli eccezioni, a volte la morte si vede come uno sberleffo, uno "sbagliando si impara" e la dove molti criticano Limbo per piattezza e monotonia, VVVVVV riesce ad essere assai più vario, riesce a volte a prenderti in giro, riesce a incantarti ma con un sadismo proveniente dalle produzioni anni '80. Cominciamo dal titolo, a dirlo quasi sembra uno scogli-lingua, un nome digitato a caso, ma che colpisce perchè studiato nei minimi dettagli, come ogni altro prodotto da vendere. Le sei V simboleggiano i membri dell'equipaggio che si sono schiantati insieme a te in questo mondo bidimensionale monocolore ricco di ostacoli, bivi, teletrasporti e sopratutto musica chiptune. L'obiettivo è recuperare tutti i membri dell'equipaggio, dai primi attimi sostituito completamente dall'obiettivo principe del giocatore: sopravvivere in un ambiente ostile e castigatore. L'unica azione possibile è invertire la gravità, invertire la logica naturale, che a sua volta invertirà la tua logica, che dovrà reinvertirla per risolvere i numerosi rompicapo che troveremo sparsi nel gioco.
Le morti saranno un bagaglio che ci porteremo fino alla fine del gioco e penseremo a quanto secondi avremo consumato su ogni morte, quanto ripetitiva la paura di sbagliare o quanto alto il menefreghismo nell'ennesima morte, formare una collana fittissima di fallimenti riuscirà comunque a portarci a termine dell'avventura, basta volerlo.
VVVVVV riesce a fare rivivere l'atmosfera ad 8-bit in maniera eccellente, sia sul lato tecnico che sul lato ludico, riesce a farci ritornare indietro nel tempo, ma pone anche una domanda non troppo difficile da capire: Perchè ci siamo rammolliti così tanto nella sfida tra uomo e macchina negli ultimi anni?



28.9.10

Canzone della settimana: Sex With a X

I The Vaselines possono risultare famosi ai fans dei Nirvana di cui il povero leader ha coverizzato ben tre brani inseriti tra album di rarità e quel requem in versione unplugged che ormai è oggetto di culto di molti appassionati e non.
Kurt Cobain ha tentato ingenuamente di rendere il loro nome fruibile fallendo come era prevedibile, perchè durante la fine degli anni '80 i The Vaselines riuscirono a malapena a pubblicare un album per una etichetta indipendente sconosciuta ai più per poi sciogliersi subito dopo, per di più la loro musica era davvero sgraziata e priva di raffinatezza, nonostante si stia parlando di pregevoli pezzi pop.
Sgraziati e per niente raffinati...chi adesso non lo è? devono aver pensato questo Eugene Kelly e Frances McKee, (Cobain chiamerà sua figlia proprio Frances...era proprio un ragazzo),perchè dopo 20 anni dalle prime canzoni incise, mai come adesso quel sound sporco e in bilico tra distorzioni e ritornelli pop risulta più che attuale, come se quest'epoca fosse più adatta alla loro arte e quindi presentasse una seconda chances.
Perciò i primi concerti con risultati positivi e varie raccolte salutate positivamente dalla critica hanno portato alla realizzazione del nuovo album, Sex With a X, il secondo dopo Dum Dum datato 1989.
Ascoltando l'album pare non sia passato poi così tanto tempo per il duo, nonostante il sound sia più robusto e curato la formula rimane la stessa, mentre i titoli con i relativi testi sembrano appartenere ai giorni in cui erano ancora ragazzi, vedi ad esempio I Hate the '80 con i Duran Duran nel mirino...però a ben pensarci attualmente non sono poi così fuori luogo...vedi anche la reunion dei wild boys.
Sex With a X è un ritorno che dimostra quanto questo duo sia stato importante per il sottobosco musicale indipendente, ma anche che la classe non è acqua, a dispetto di molte giovani band dello stesso circuito che oltre a rifarsi a un sound ormai più che consolidato, non riescono nemmeno a raggiungere vette simili a Jesus Doesn't Want Me For A Sunbeam, Molly Lips, o semplicemente la title track del nuovo cd, bentornati!

Usciamo dai canoni

Post-data è l'album di debutto dei Me You Us Them e che ho avuto modo di scoprire personalmente alla fine dell'estate. L'album è uscito alla fine di Aprile 2010 da Brooklyn carico di un energia impressionante per uscire sotto l'etichettatura di Shoegazer Rock. Poco abituato a certe sonorità in questo genere, l'album mi ha stupito per la varietà delle traccie e l'interessante accostamento tra i marchi più tradizionali del genere ed elementi estranei come la voce "rage" che in alcune traccie sembra essere come un punto di inizio per liberare le distorsioni, come un il clacson di un treno a piena velocità prima che transiti per un passaggio a livello. La voce libera sonorità sporche che vengono raffinate dalla distorsione delle chitarre. Inoltre ho apprezzato l'utilizzo "attivo" della batteria che rimane parte attiva delle sonorità e non solo un dettaglio. La traccia che per me caratterizza l'album e lo rende diverso da altre produzioni del genere è "iQuit", traccia forte e rabbiosa, colmata a poco a poco dalle sonorità Shoegazer che arrivano fino a spezzare il ritmo nella seconda parte della traccia introducendo quasi naturalmente la traccia omonima del gruppo "Me You Us Them".

25.9.10

Fiumi digitali legalizzati

by yujikunschmidt
In circa 10 anni il web è radicalmente cambiato. Dieci anni fa vedevo internet con gli occhi di un 56k, sempre attento all'ora, con un timer interno che stimolava il cervello quando la soglia limite giornaliera veniva superata e velocemente dovevo disconnettermi. Il web cominciava la sua mutazione e lo si avvertiva: si contrapponevano siti totalmente amatoriali nella veste e nei contenuti a siti commerciali/professionali che cominciavano ad utilizzare massicciamente programmi specifici per creare siti dalla veste grafica molto invitante. Perchè su Internet conta ancora molto l'apparenza, ma per fortuna trova spazio anche l'utilità, la qualità e l'user-friendly.
Otto anni fa mi ritrovavo in una classe in cui la presenza di connessioni ADSL era pari ad 1/25. In un anno ho visto moltiplicare gli indirizzi email su MSN Messenger, in poco più di cinque anni tutti erano completamente attrezzati con PC+Connessione internet e la maggior parte possedeva un ADSL con contratto fisso.Io ricordo molto lucidamente che la proliferazione di questo piano tariffario in Italia s'è fatto largo con passaparola nascosti del tipo "Con 40€ al mese si può scaricare tutto ciò che è digitale".
Con ciò la pirateria si è moltiplicata come mai era avvenuto e il mercato dove le aziende spadroneggiavano e tenevano l'utente "per le palle" si è accartocciato su sè stesso. Segno che aveva bisogno di una rinfrescata.
Ora abbiamo Itunes, Nextflix e Steam, tre portali che sfruttano il collegamento online per la vendita di prodotti digitali. L'unico modo per fronteggiare la pirateria quindi era di assecondarla con modi legali. Itunes offre un vasto catalogo di canzoni ed album a prezzi inferiori rispetto alla versione scatolata, Netflix ci permette di noleggiare un film rimanendo a casa con prezzi inferiori a quelli di qualsiasi videonoleggio, Steam è la risposta alla pirateria infernale presente su PC offrendo non solo prezzi relativamente bassi, ma continui sconti, pre-ordini vantaggiosi, pack di giochi ecc... Tutto governato dai DRM, protezioni che limitano la libertà dell'acquirente: ogni possessore di Ipod sa che il suo PC è l'unico sistema con cui può gestire i propri file, pena la formattazione forzata, ogni acquirente Steam sa che i propri giochi sono legati al proprio account unico e indivisibile e non può prestare e/o rivendere i propri giochi o forse è meglio dire le proprie licenze.
Le licenze, infatti, in futuro continueranno ad essere in primo piano nelle distribuzioni digitali, tanto odiate dai collezionisti o da chi prova piacere nell'acquisto fisico, nello scarto dell'imballaggio, nel CD o nel Vinile. Le licenze però permettono agli sviluppatori di non dover pagare nessuno, un rapporto diretto con l'acquirente e il venditore, il primo a pagamento ricevuto non muove un dito per avere l'oggetto acquistato, il secondo non deve combattere contro royaltes, fornitori e mercato dell'usato. Un evoluzione del concetto di "Licenza" ci è offerta dalla piattaforma "OnLive". Con un abbonamento mensile acquistiamo la licenza di giocare tutto il catalogo del servizio senza limiti di tempo, senza dover acquistare i giochi singolarmente, senza doverli installare sul PC, senza dover aggiornare o possedere un PC performante. L'unico requisito è la velocità di navigazione. Questo mi porta a pensare cosa potranno sviluppare in altri campi: ad esempio Itunes potrebbe fornire abbonamenti simili per il proprio catalogo, avere la possibilità di ascoltare la musica nel catalogo collegando il nostro Ipod ad una rete wi-fi, utilizzare lo stesso account su autoradio, impianti stereo e telefoni. Netflix potrebbe calcare la stessa via dando la possibilità con un abbonamento di guardare i propri film da una tv, da un cellulare, da un pc, da un Ipod, tutto avendo solo un account ed un abbonamento da pagare. A questo punto si perderebbe la fisicità, tutte le informazioni saranno comunque possedute dai legittimi proprietari, non sarà possibile manipolarle o modificarle, la licenza sarà come l'oro ed una volta persa non ci rimarrà niente in mano.

21.9.10

Canzone della settimana: Helicopter


Mario sott'acqua che raccoglie Monete (coins), e schiva ogni pesce malefico possibile è stata la prima immagine che mi è apparsa ascoltando questo pezzo dei Deerhunter che anticipa il nuovo album Halcyon Digest in uscita il 28 Settembre, perchè a livello sonoro ci sono alcuni dettagli che mi rimandano a quei giorni spensierati, dedicati in parte alle avventure dell' idraulico più famoso del mondo, dal tappeto ambient che avvolge completamente il brano, agli inserti sonori liquidi e luccicanti che sembrano perfettamente simili a quelli presenti quando Mario raccoglie monete sparse per tutto il livello; insomma magari è un accostamento forzato il mio e non si arriva ai livelli citazionistici di gruppi come Crystal Castels o del bitpop di cui si parlava in precedenza nel blog, ma temo che Bradford Cox leader e mente del gruppo, ogni tanto da bambino amava passare il tempo come me e magari lo fa tutt'ora, così come altri artisti di rilievo nel panorama indie che attualmente si impegnano nel ripescare sonorità del passato, arrivando addirittura alle colonne sonore di videogiochi a 8 e 16 bit (vedi di nuovo Crystal Castels).
Il pezzo si completa con i riverberi delle chitarre tipicamente Shoegaze al momento del ritornello e delle code sonore a metà e fine canzone, mentre Cox si avventura in un cantato dolce e femmineo mentre declama l'ultimi desideri ed emozioni prima di una ipotetica morte, un contrasto apparentemente forte tra musica e testo ma che testimonia a pieno il desiderio e la speranza che molti di noi conserviamo al momento in cui dovremmo salutare tutto e tutti, un addio con uno stato d'animo incarnato da questa musica così leggera e celestiale, per poi svanire con il cuore in pace, per sempre.



I Deerhunter provengono da Atlanta, Georgia, e il loro nuovo cd è molto atteso dalla critica alla luce del precedente doppio Microcastle/Weird Era Cont. del 2008 celebrato da molti come un vero caledioscopio di indiepop del nuovo millennio; qui si può ascoltare in anteprima il nuovo lavoro:

http://www.npr.org/templates/story/story.php?storyId=129866612

Testo:
Take my hand and pray with me
My final days in company
The devil now has come for me
And helicopters circling the scene

And I pray for us
Would you pray for us
Nobody loves you the best
We know he loves you the best

Tired of my pain
I'm tired of my pain, oh

No one cares for me
I keep no company
I have minimal needs
And now they are through with me

No one cares for me
I have minimal needs
I keep no company
And now they are through with me
Now they are through with me
Now they are through with me
Now they are through with me

19.9.10

Here come the wolfman.

A proposito di video Kitsch, a volte se realizzati con un piglio ironico e dissacrante si rischia solo un risultato fenomenale, tipo questo che segna il ritorno di uno dei più grandi predicatori oscuri del rock, Nick Cave con il suo progetto parallelo di nome Grinderman.
Il video è diretto da John Hillcoat, regista di The Road film dello scorso anno con Viggo Mortensen e Charlize Theron apprezzato dalla critica e amico di Nick Cave con cui ha anche collaborato per sceneggiature cinematografiche e colonne sonore; in questo caso direi che si sono lasciati andare senza particolari timori.

L'Underground ad 8-bit

Più si va avanti e più siamo nostalgici, questo lo so bene altrimenti non mi perderei nei meandri del Retrogaming. Questo particolare mondo però sembra toccare anche il panorama musicale fino a riscoprire sintetizzatori a 8-bit, sfruttare composizioni provenienti da videogiochi, adattarle, sconvolgerle, creando un fenomeno di cultura. Il passaggio da videogiocatori a musicisti a permesso la creazione di un nuovo genere, il cosiddetto BitPop influenzato da apparecchiature che simulano o che provengono dagli anni '80.


La contaminazione videoludica all'interno della musica parte quindi dal periodo in cui il crollo dell'Atari, la nascita della Nintendo come azienda del settore videoludico e l'arrivo dei Personal Computer nelle case delle famiglie fu il primo passo verso l'apertura allo sviluppo. Molte case di sviluppo e molte persone sono diventate famose cominciano a sviluppare software a casa da solo o con qualche amico. La nascita di questo genere musicale pare un "riadattamento" di questo movimento, la possibilità di poter produrre musica con mezzi economici ed assolutamente amatoriali. L'influenza della generazione ad 8-bit sulla musica non è da sottovalutare, forse non sarà fallimentare come quella cinematografica dove i videogiochi sembrano non trovare spazi adeguati o non vengono trattati nella giusta maniera.

Mercenari contro tutti

I veri eroi americani, in barba ai Marine...
Chi si ricorda i G.I. Joe? Io penso di non averlo MAI visto in televisione, forse per la data di nascita troppo posteriore o forse in Italia non andò molto di moda, non saprei. Non mi sono neanche sognato di andare a vedere il film hollywoodiano tutto spari ed esplosioni, però so di cosa parla...almeno. La curiosità è stata tanta quando l'altro giorno me lo sono trovato sullo schermo con la semplice scritta "G.I. Joe" ed un anno "1992" che accostati insieme possono significare come minimo due cose, la prima è "figata spaziale" la seconda "schifezza planetaria". Fortunatamente il titolo rimane a metà tra le due definizioni, nè bruttura, nè capolavoro. Nel gioco sono presenti 4 personaggi della serie animata che si vedono nel flyer qui accanto (Duke, Snake Eyes, Scarlett e Road Block), tra questi ho usato Snake Eyes, per me il più interessante tra i quattro. Il gioco accoglie a piene mani l'idea che sta alla base di Space Harrier, dove Yu Suzuki pensò di fare uno sparatutto dove l'oggetto comandato procedeva in profondità come nei giochi di guida e non come nei classici sparatutto a scorrimento. La possibilità di distruggere molti elementi degli scenari che percorriamo mi è sembrava fin da subito un elemento interessante: sfruttando le esplosioni a nostro vantaggio possiamo avere vie più libere e/o uccidere nemici facilmente. Inoltre è una caratteristica che fa capire al giocatore che loro sono in molti ma che noi da soli non scherziamo. Il gioco riesce inoltre nel trasmettere al giocatore la potenza devastante dell'organizzazione Cobra mettendo in gioco molte truppe di fanteria: semplici, con scudo, con armi laser, con lanciafiamme, con jetpack, mezzi terrestri come camionette e tank, mezzi aerei come aerei ed elicotteri. Noi, quindi, semineremo distruzione e scompiglio tra i ranghi nemici distruggendo tutto e tutti solo per arrivare faccia a faccia con il Comandante Cobra. Il gioco, data la natura arcade, dura poco, pochissimo se dotati di crediti infiniti. però come tutti gli sparatutto si può lasciare nel dimenticatoio dopo la prima partita o riprenderlo in mano più e più volte, utilizzando anche altri personaggi o giocandolo in coppia. Il titolo vuole far divertire il giocatore nella maniera più bambinesca ed elementare quindi la pecca più grossa, la varietà di situazioni, è nella natura del gioco. Offre una lunga passerella di nemici pronti a colpirti e venirti addosso senza concedere respiro. Da qui si viene a creare un azione di gioco poco ispirata, senza particolari sessioni ma solo un carrello espositivo di quello che possiamo e vogliamo distruggere. Nonostante questo, nonostante le musiche appena udibili, il carisma della serie rimane, le "americanate" come ci piace definire esplosioni, azioni al limite dell'impossibile e situazioni assurde rimangono e fa piacere che in quegli anni non tutti i giochi su licenza fossero assolutamente schifosi.

15.9.10

Lo sapevate che...


"Sentivo [parlando di Out Run] che avrei dovuto prima effettivamente seguire un percorso con me stesso, raccogliendo informazioni con una videocamera, una macchina fotografica e altre attrezzature. Ho iniziato da Francoforte, dove ho noleggiato una macchina e ci ho installato una telecamera. Ho guidato attorno a Monaco e Monte Carlo, lungo le strade di montagna della Svizzera, sostato in hotel a Milano, Venezia e Roma, raccogliendo dati per una quindicina di giorni. Ho un ricordo molto felice di quel viaggio." [Retro Gamer Magazine #54]
Ecco perchè Outrun è diventato un videogioco cult nel panorama arcade. Lasciare la propria vita da giapponese medio in un isola sperduta da Dio ed avventurarsi nel Vecchio Continente significa avere passione nel proprio lavoro.

14.9.10

Canzone della settimana: Cold War


Due giorni fa agli Mtv video music awards Lady Gaga ha vinto 8 premi sui 13 in gara grazie al video di Bad Romance, dove non si capisce se veste i panni di una cavia costretta a diventare oggetto del desiderio del capo (presumibilmente russo, visto la Vodka sapientemente inquadrata in diverse riprese), che sfoggia abbellimenti facciali dorati mentre lei tra balletti da invertebrata, ammiccamenti vari, e scene inutili dove sfoggia costumi improbabili, viene sacrificata ad avere una notte infuocata con tale boss...solo che chi avrà problemi di temperatura sarà lui visto che prende letteralmente fuoco senza un valido motivo...ah no un motivo c'è, lei è troppo hot, ecco la morale della favola.
Sul discutibile palco di New York pare che, oltre ad annunciare che a breve tornerà con un nuovo cd (Yuppie!), cambiarsi d'abito ben otto volte tra cui uno ricoperto di carne, dedicare un premio allo stilista gay Alexander McQueen morto suicida il Febbraio scorso (sempre fruttuoso surfare su una bara), abbia come sempre, ripetutamente e specificatamente ringraziato i suoi fans gay, invitando pure alcuni militari allontanati dall' esercito per colpa della legge rinominata "Don’t Ask, Dont’Tell" che vieta di rivelare la propria omosessualità a chi prende ordine per le forze armate americane, il pubblico in visibilo e media che non parlano d'altro.
La cosa strana è che lei, al contrario di questi militari, non ha mai dichiarato di essere gay, solo bisex, "un gay con un corpo da donna" e altre fesserie simili che si rispecchiano fedelmente nei suoi testi e nei video, ma alla comunità gay più in vista questo non conta niente, anzi per loro è una icona gay a tutti l'effetti; insomma il popolo modaiolo e vistosamente gay è diventato una delle tante vacche grasse da cui succhiare più benefici possibili perchè infinitamente ingenui e disimpegnati tanto quanto i teenager amanti di Justin Bieber, però l'età in questo caso è una attenuante inattaccabile.

Janelle Monáe è una cantautrice, scenografa, e ballerina proveniente dal Kansas che dopo diversa gavetta e un Ep ha pubblicato il Maggio scorso il suo primo album, The ArchAndroid dove è contenuta Cold War che, a differenza dei brani di Lady Gaga, ha la faccia tosta in 3 minuti e più di creare una canzone pop piena di rimandi ritmici e melodici raffinati ma che a primo orecchio si fatica a notarli tutti insieme, con il brano che piano piano aumenta il suo phatos grazie a pause dosate in modo intelligente e un riff di chitarra finale che fa esplodere l'intero arsenale sonoro.
Niente influenze dance e house anni '90 e strati enormi di Vocoder mescolati in modo ripetitivo e furbo come la Ciccone di nuova generazione ama propinare in continuazione portando autentici allocchi a sostenere da un anno che sia la nuova regina del pop (guarda caso dopo la morte di Michael Jackson).
Purtroppo la differenza è che Janelle nel suo cd di debutto (con copertina dedicata a Metropolis), affronta un concept incentrato su un androide di nome Cindi che si innamora di un umano affrontando così il pregiudizio e il divieto della società riguardo a relazioni di questo tipo, e lo fa utilizzando una vasta gamma di citazioni a diversi generi musicali fra i più disparati: Classica, Punk, Dance, Jazz ma sopratutto il Soul, vera anima di Janelle, la sua voce ne è una conferma, ed infine nei video come quello di Cold War tenta strade e soluzioni poco adatte al day-time di Mtv; mentre Lady Gaga tra video inutilmente Kitsch e proclami ipocriti fatti ad arte, ricalca la carriera e le idee di Madonna con abiti più a passo con i tempi, mentre in ogni canzone si limita al desiderio di sesso con chiunque si azzarda a respirare, e infine la confesisone di quanto sia difficile e doloroso essere famosi...una sostanziale differenza che Mtv puntualmente coglie a favore ogni giorno.


Testo:
So you think I'm alone?
But being alone's the only way to be
When you step outside
You spend life fighting for your sanity

This is a cold war
You better know what you're fighting for
This is a cold war
Do you know what you're fighting for?

If you want to be free
Feel the ground is the only place to be
'Cause in this life
You spend time running from depravity

This is a cold war
Do you know what you're fighting for?
This is a cold war
You better know what you're fighting for
This is a cold war
You better know what you're fighting for
This is a cold war
Do you know what you're fighting for?

Bring wings to the weak and bring grace to the strong
May all evil stumble as it flies in the world
All the tribes comes and the mighty will crumble
We must brave this night and have faith in love

I'm trying to find my peace
I was made to believe there's something wrong with me
And it hurts my heart
Lord have mercy, ain't it plain to see?

That this is a cold war
Do you know what you're fighting for
This is a cold war
You better know what you're fighting for

This is a cold....
This is a cold war
You better know what you're fighting for

Do you know? Is a cold...
Do you?
Do you?

Is a cold ...
You better know what you're fighting for

Rispolverare vecchi cabinati

Le generazioni più piccole non sono più abituate a considerate la "Sala Giochi" come parte integrante della propria passione, cosa ben diversa invece è per chi è vissuto la propria infanzia tra un Atari e un cabinato o tra un Super Nintendo e un cabinato ad esempio. L'unica gioia rimasta per le sale giochi odierne è spendere qualche euro su cabinati vecchi di 10 anni o avviare il glorioso "MAME" per avere a portata di PC una libreria vastissima di titoli arcade. Oramai è mia abitudine scorrere la mia libreria di titoli in periodo di "gioco-cazzeggio", preferendo un cabinato duro e ignorante che ad un free roaming troppo dispersivo.
Oggi mi sono capitate ben due titoli a me sconosciuti che mi hanno fatto alzare le orecchie:

I'm Sorry - 1985 - Sega Enterprise, Ltd.


Questo gioco sviluppato da Sega mi ha onestamente scaturito plurime emozioni in circa 5 minuti, dalla curiosità all'interdizione, dal divertimento allo schifezza. Solo i giapponesi potevano pensare di incentrare un gioco su un personaggio di mezza età intento a recuperare le proprie riserve auree (l'oro) andando contro tutto e tutti. Il concept del gioco è preso da Pac-Man, però il gioco ci da l'opportunità di picchiare i nemici e distruggere i cancelli od altri ostacoli nella mappa. I nemici poi si rigenereranno dopo 5 secondi (più o meno) in un luogo vicino alla nostra posizione. Da sottolineare i barili teleguidati che vi daranno la caccia per lungo e largo appena gli passerete accanto. L'obiettivo del gioco è prendere il denaro sparso per la mappa e riportarlo alla casa. Impresa tutt'altro che facile aggiungo.

Hotdog Storm - 1996 - Marble Inc.
Onestamente mi aspettavo di distribuire panini a bordo di un furgoncino o di uno scooter ed invece...


Beh, niente da dire, ma avere il titolo un pò più attinente al gioco?

13.9.10

It's up to you, again.


Dopo aver dato l'opportunità a tutti di scegliere il prezzo per poter scaricare e ascoltare il loro ultimo album In Rainbows (Dicembre 2007), includendo anche l'opportunità di scaricarlo gratis (con una qualità audio buona, ma non perfetta); i Radiohead anche stavolta hanno deciso di protendere la mano al popolo del web aiutando un team di fans impegnato nella realizzazione di un dvd amatoriale con tutte le riprese che riuscivano ad ottenere su internet provenienti dal concerto di Praga del 23 Agosto 2009.

Esattamente il dvd è realizzato da più di cento riprese provenienti da diverse prospettive realizzate dagli spettatori accorsi al Výstaviště Holešovice Exhibition Hall di Praga, ed è servito un intero anno di lavoro tra scambi d'informazioni e work in progress gestito, sempre tramite internet, da un gruppetto di fans di origine ceca e britannica che si sono accollati l'intera realizzazione del progetto, ma verso la fine della realizzazione la svolta; la band stessa, vedendo alcuni montaggi già presenti su Youtube, è venuta a conoscenza del progetto e piacevolmente soddisfatti del lavoro hanno deciso di dare il contributo decisivo donando allo staff il soundboard del concerto, cioè l'audio pulito e perfetto ma, cosa più importante, senza scopi di lucro, il materiale è completamente gratis in tutti i formati possibili.

Qua il sito dove si può scaricare il dvd nel formato preferito:
http://radiohead-prague.nataly.fr/Download.html


Il risultato dona una prospettiva molto diretta e amatoriale dell' evento, ma con una regia assolutamente impeccabile, rispetto ai classici dvd live dove spesso c'è il tentativo da parte del regista di rendere il tutto più visivamente spettacolare e visionario possibile risultando però spesso invadente ed inutile, qui lo spettatore può godere di inquadrature e momenti essenziali con il solo obbiettivo di riprendere il concerto nel modo più rappresentativo e fedele possibile; il resto lo fa la band di Oxford con uno spettacolo musicalmente ricco e maestoso per la moltitudine di sperimentazioni e di emozioni fornite in quel 23 Agosto dello scorso anno, quindi una occasione da non perdere questo dvd live per chi ama la musica, specie se gratis.

Per chi ha qualche dubbio a riguardo e vuole dare solo un'occhiata, tutto il live è disponibile su Youtube:

12.9.10

Quando meno te l'aspetti, viene a galla.

L'Underground è un oceano di mistero, miti e leggende per ogni forma d'arte. Oggi ho letto di un film semi-autobiografico di Jack Nicholson. Piuttosto interessante, il vecchio Jack curò la sceneggiatura e venne diretto da Roger Corman. Non ne so molto visto che il film a quanto leggo è difficile da reperire, però il trailer lascia una nube di curiosità veramente fitta.

9.9.10

Là dove la musica invade il silenzio

A Freya è dedicata la copertina dell'OST
Respirate profondamente, questo è l'Underground, qui c'è solo aria pesante, abituate i polmoni perchè è qui che vivrete per il resto della vostra vita. Provare in prima persona cosa vuol dire vivere al di sotto della superficie terrestre deve far raggelare. Phantom Dust ci fa provare la bellezza di una Terra in rovina, il meraviglioso caos che regna in un pianeta di cui non senti l'appartenenza ne rivendichi le cause di tutto ciò. E' successo e basta. Noi siamo lì e come è apparso, scomparirà. In questo ambiente di perenne desolazione emotiva la musica è uno dei picchi più alti dell'opera. La miscelanza di generi trasmette le varie sfaccettature di quella esistenza, basta solo una traccia per farti ritornare ad una esperienza oramai passata.
 
Una musica riflessiva che fa riflettere, a mio parere la musica classica scandisce l'inizio e la fine di quella esistenza, forse anche della nostra. Un altro esempio sono le musiche durante le missioni, ognuna dedicata ad uno scenario, ognuna calzante perfettamente alla scena e all'ambientazione.


Musica che regala forse solo un desiderio di fuga da tutto e tutti, ritornare nel putrido cunicolo da cui ci siamo affacciati in questa nuova vita per ritrovare secondo me una delle migliori canzoni che compongono l'opera
 
Inizia come un motivetto semplice e anche banale, di quelli che almeno una volta abbiamo sentito in un videogioco o in un film di questo genere, poi ad un tratto comincia il delirio più bello e rilassante che il gioco possa offrire. Rilassiamoci allora in questo dolce delirio barocco.

Tracce contenute nell'album:
1. Phantom Dust (Title)
2. May 18th, 1976 (Highway)
3. February 29th, 2XX1 (Strange City)
4. August 31st, 1982 (Palace)
5. March 9th, 1991 (Panorama)
6. October 10th, 1986 (Lane)
7. July 20th, 1975 (Plant)
8. June 6th, 1666 (Zain)
9. your choice (option)
10. face to face (war mode)
11. plastic people (Vision Headquarters)
12. arsenal (Arsenal)
13. memories (Box of Memories)
14. mac's shop (Mac's Shop)
15. club baroness ~Goodbye~ (Bar)
16. strange apparitions (Boss 1)
17. hallucinations (Boss 2)
18. dream (Last Boss 1)
19. Untitled (Last Boss 2) * Unused
20. wanderers (Main Floor)
21. all these world (Advertise Demo)
22. Yes I'm Lonely (Vocal: Vincent Gallo)

In rosso le tracce presenti come embed di Youtube
 

8.9.10

Lo sapevate che...


"Verrà data [parliamo di Nintendo 64DD] ai giocatori anche l'opportunità di ricevere via Internet delle demo di titoli ancora in fase di sviluppo per essere testati..."
"La compagnia prevede anche di distribuire informazioni di interesse generale sfruttando il potenziale della console Nintendo. Ad esempio se gli utenti vogliono conoscere il pronostico (basato sulle possibilità) di una corsa di cavalli, potranno scaricare i dati riguardanti la gara e vederne una simulazione completa usando il gioco Derby Stallion." [Game Republic #2 Novembre 1999]

Canzone della settimana : Sprawl II (Mountains Beyond Mountains)

Gli Arcade Fire ormai sono in procinto (me lo auguro) di fare il grande salto e salire sul carro dei mostri sacri del circuito rock odierno, tutto questo senza sacrificare la credibilità artistica della loro musica, dai testi sempre più maturi e ricchi di significato ispirati dal pessimismo cronico che lo scorso decennio pare averci lasciato in eredità e la flebile, ma tenace speranza che tutto si possa affrontare accettando l'affetto di chi ruota attorno a noi e ricambiarlo a propria volta, fino a un sound che ha il coraggio anche di suonare più rotondo e pop senza però sfiorare la banalità e le mode attuali e mantenendo l'impeto e la ricchezza sonora che ha reso il gruppo di Montrèal una delle realtà migliori del panorama musicale degli ultimi anni.

Sprawl II è idealmente il brano di chiusura del loro ultimo album The Suburbs presentato Giovedì scorso all' Arena parco nord di Bologna con un concerto memorabile, ed esula da ciò che può definire il loro sound tipico, è un pezzo ispirato al synth pop anni '80 con una mezza citazione a Blondie, ma nonostante questo è davvero difficile non farsi trascinare da tanta grazia incarnata da Reginè Chassagne, moglie del leader del gruppo (che somiglia quasi a una famiglia) Win Butler.

Il video del pezzo è tratto da un live registrato al Madison Square Garden di New York l'8 Agosto trasmesso in diretta sul loro canale di Youtube (dove e possibile rivederlo per intero) e vanta la regia di Terry Gilliam, regista celebre per capolavori come Brazil e Paura e delirio a Las Vegas.



Testo:
They heard me singing and they told me to stop,
Quit these pretentious things and just punch the clock,
These days, my life, I feel it has no purpose,
But late at night the feelings swim to the surface.
Cause on the surface the city lights shine,
They're calling at me, "come and find your kind."

Sometimes I wonder if the world's so small,
That we can never get away from the sprawl,
Living in the sprawl,
Dead shopping malls rise like mountains beyond mountains,
And there's no end in sight,
I need the darkness someone please cut the lights.

We rode our bikes to the nearest park,
Sat under the swings, we kissed in the dark,
We shield our eyes from the police lights,
We run away, but we don't know why,
And like a mirror these city lights shine,
They're screaming at us, "we don't need your kind."

Sometimes I wonder if the world's so small,
That we can never get away from the sprawl,
Living in the sprawl,
Dead shopping malls rise like mountains beyond mountains,
And there's no end in sight,
I need the darkness someone please cut the lights.

They heard me singing and they told me to stop,
Quit these pretentious things and just punch the clock.

Sometimes I wonder if the world's so small,
Can we ever get away from the sprawl?
Living in the sprawl,
Dead shopping malls rise like mountains beyond mountains,
And there's no end in sight,
I need the darkness someone please cut the lights.

7.9.10

Intro

Il mondo della musica è ricco di ingustizie, di tante opportunità sottovalutate, inosservate e lasciate perse in una palude vasta di opportunità che tutt'ora si rifornisce di nomi e avventure che meriterebbero maggiore gloria; questo è uno dei tanti tentativi che vogliono solo permettere, per chi è ben disposto, di provare le diverse opportunità musicali che le radio e i media generali di questo paese ignora e perchè no, buttare l'occhio verso abbinamenti artistici tra musica e arte visiva che male non fanno: insomma l'obiettivo e riempire i momenti di silenzio tra un film e videogame nel modo più prezioso e inusuale possibile.

Là dove le memorie si perdono nella polvere

Cover NTSC/M di Phantom Dust
Phantom Dust è uno dei titoli che più mi incuriosivano quando iniziai ad interessarmi al panorama Import del Botolone Nero (chiamata anche Microsoft Xbox). Prima di tutto perchè tutti ne parlavano, tutti avevano sperato in un uscita PAL che mai arrivò e a raccontarlo oggi sembra impossibile visto che il gioco venne sviluppato proprio dai Microsoft Game Studios, sviluppatori interni della casa di Redmond.
Il titolo poi venne prodotto da Majesco e qui mi è sempre sorto un enorme punto interrogativo, ma forse è solo perchè a quei tempi la Majesco sperava di tirar su dollaroni facili collaborando con un'azienda poco caritatevole. Bando alle ciance, Phantom Dust me lo sono giocato e finito, tranquillamente nel giro di un mese totalizzando quasi una trentina di ore, inizialmente pensando di sfiorare le venti ore di gioco a causa di una impostazione di gioco meccanica e priva di molte libertà. Il gioco si ambienta su un pianeta dove la polvere che aleggia nell'aria (la cosiddetta Phantom Dust) fa perdere i ricordi a breve e lungo termine dopo circa un quarto d'ora di permanenza. Motivo per cui il protagonista vive nel sottosuolo e raggiunge la superficie solo per svolgere le missioni. La meccanica quindi è svelata: gira nella base sotterranea, compra, vendi, modifica, parla con i personaggi, accetta le missioni, completa le missioni e qui ricomincia il ciclo. Se vogliamo essere brutali questa è l'estrema sintesi, per fortuna il gioco è stato concepito da Yukio Futatsugi. Ok, su due piedi anche a me non diceva niente, però mi si è spalancato il cielo quando ho scoperto che era nel team della serie Panzer Dragoon (gloogate Panzer Dragoon Saga), prima che la SEGA svendesse tutto e si facesse comprare dai quei pachinkari della Sammy. Il gioco ha un sistema di combattimento che non sto a spiegare perchè neanche io dai video su Youtube ci avevo capito molto, dico solo che si usano le Auree come magie, hanno un costo in punti ed è possibile crearsi il proprio arsenale di armi. Il background in cui si muove il gioco non è poca cosa per un gioco venduto in USA a meno di 20€: la Terra si presenta come una landa desolata, con edifici post-apocalittici, invasi dalla polvere, dove la terra oramai non è più fertile, fiumi e mari neanche a pensarci, animali inesistenti, la superficie terrestre è oramai debole, crepacciata, fatica a mantenere le fondamenta di una civiltà destinata all'oblio. In tutto questo, noi non sappiamo chi siamo, non conosciamo il nostro passato, siamo liberi solo di scegliere il proprio nome. La Visione è una organizzazione che ci sfrutta per raccogliere le memorie di un'epoca estinta in cambio di vitto e alloggio, mica male.
Il gioco inoltre è (era) ben integrato con la piattaforma Xbox Live, in ogni momento possiamo accedere al Live o lasciare la campagna per accettare un invito Live; io non ho avuto la possibilità di giocarci ma su forum di appassionati molti lo hanno giocato fino a quando Microsoft non ha chiuso forzatamente i server.
La dedizione verso questo titolo da parte dei fan è rimasta alta fino all'ultimo secondo, spalleggiando un mostro sacro come Halo 2 negli ultimi istanti di vita sul Live. Continuerei a parlare ancora molto riguardo questo titolo, ma forse per ora basta così, intanto servo un piccolo antipasto per chi si è sempre chiesto cosa si celasse dietro questo titolo, ci sarà tempo per parlare di ciò che è stato e di ciò che non è stato. Per ora vi lascio con l'introduzione del gioco e lo spazio per i vostri commenti.

Un altro blog, ma basta...

Più o meno è quello che penso ogni volta che entro in contatto con blog cloni dedicati a questo o quell'argomento in modo appassionato, serio, fanciullesco, rigido, flessibile, attuale, retro che sia. La proliferazione dei blog non è certo un cancro della società e dopo un pò ci si abitua; si leggono, si commentano e si creano, pensando di diventare famosi o semplicemente cercando di condividere pensieri, passioni, affetti, memorie provenienti dalla propria vita.
Veniamo al dunque: cosa ha da offrire la casa? Prodotti locali, prodotti dimenticati, prodotti con affetto, prodotti con qualche difetto, prodotti che difficilmente troviamo argomentati, trattati, commentati, discussi o almeno citati nei grandi siti online dedicati al Cinema e al Videogioco. In mezzo a questo realtà si trova la musica, arte utilizzata per accompagnare le esperienze di entrambi i prodotti (che parola mercantile). Apriamo quindi un altro blog per parlare senza impegno, senza infamia e senza lode, con qualche errore di disattenzione e poca voglia di essere presunziosi , di ciò che le sale cinematografiche non trasmettono, di ciò che le riviste di settore non trattano, di ciò che sembra dimenticato dall'umanità ma che invece esiste e qualche volta ti strappa un sorriso, ti strappa una lacrima, ti appassiona, ti esalta, ti innervosisce, ti fa capire in fondo che niente è da buttare e che da ogni cosa (o quasi)  può scaturire un'esperienza positiva.