6.1.11

Indie Gaming Festival 2010 - Un universo autogestito


Se non si era già capito, nel campo videoludico il fenomeno "Indie" è praticamente un mercato che corre parallelo a quello Main Stream e che non ha nulla da invidiare, neanche le vecchie tradizioni. Per questo siamo arrivati alla 13esima edizione dell'Indie Gaming Festival, una manifestazione che si terrà a Los Angeles (nella terra del famoso E3) dal 28 Febbraio al 4 Marzo prossimo. Qui una giuria di critici valuterà le produzioni di quest'anno che hanno partecipato all'iniziativa.
Inanzitutto il sito ufficiale: http://www.igf.com/
Quest'anno i giochi in concorso che hanno raggiunto la finale si possono individuare dal mio punto di vista in due filoni: Il primo filone è "Indie mainstream", una definizione un pò cattiva che ho partorito due secondi fa, ma che colpisce nel segno, perchè rientrano nella categoria quei giochi che qualsiasi acquirente abituale di piattaforme come Steam ne ha sentito parlare o letto il titolo tra i giochi in offerta o in preordine. Il secondo filone invece sono i cosiddetti "Indie poco cagati", essenzialmente titoli che non hanno fatto parlare molto di sè, di cui non ho letto niente, di cui ignoravo l'esistenza, di cui aspettavo notizie dell'uscita completa.
Tra i primi abbiamo Amnesia: The Dark Descent, videogioco d'avventura horror che ha letteralmente sbaragliato la propria concorrenza nel genere horror dimostrando non solo che il genere è ancora molto appetibile, ma che è possibile farlo senza spargimenti di sangue, scene splatter, nemici che escono "dalle fottute pareti"; Cave Story in una edizione rinnovata per Wiiware (distribuzioni digitali presenti su Nintendo Wii), di cui non so dire molto se non che è uno dei giochi indie più conosciuti del panorama. Proseguiamo nel primo filone con Minecraft, il principe dei pre-order immediati, cioè non è solamente uno dei giochi indie più venduti (se non il più venduto) fino ad ora, ma lo è stato grazie anche ad una formula adottata anche da altri sviluppatori dove l'utente acquista il gioco ad un prezzo base ridotto ed la versione alpha. Secondo questo rapporto di fiducia che instaura il cliente con lo sviluppatore acquistando un gioco in pratica spoglio di moltissime cose, quest'ultimo gli offre la possibilità di aggiornare il gioco ogni volta che esce un aggiornamento fino ad arrivare a possedere la versione completa. E' un sistema interessante che è diventato efficace con un gioco sandbox dove non c'è un obiettivo preciso se non sopravvivere, dove la comunità di giocatori propone idee da inserire nel gioco e di fatto modifica e/o arricchisce il gioco a suo piacimento. Minecraft però non è solo questo, ma è anche un gioco d'avventura dove il giocatore ha moltissima libertà e dove può recuperare materiali scavando (Mine) per costruire ciò che vuole (Craft). Bit.Trip Runner è un altro gioco platform che si vede ogni tanto in sconto su Steam, da me poco conosciuto.
Ultimo gioco che inserisco in questo filone è Retro City Rampage, un videogioco Free-Roaming che si basa sulla serie GTA per trasformarsi in un enorme calderone citazionistico in stile 8 Bit. Un gioco da molti (compreso me) atteso e che spero non lasci con l'amaro in bocca.
Per il secondo filone i giochi conosciuti si assottigliano, quindi cominciamo con quello che più conosco e uno dei più sperimentali: Hazard: The Journey of Life. L'idea di base del suo creatore (unico realizzatore del gioco) era quella di creare un FPS con armi senza avere il bisogno di sparare e uccidere qualcuno. Io lo definisco come l'apertura del vaso di pandora scaturita da Portal, videogioco Valve che ha fatto capire al mercato che una pistola non deve necessariamente sparare pallottole, in Hazard non solo è presente quello, ma tutto il mondo si basa su puzzle ed enigmi logici basati su piattaforme, colori e forme in un complesso labirinto tridimensionale. A House in California, un'avventura punta e clicca surrealista sviluppata in Flash che recupera le vecchie avventure grafiche comparse negli anni 80 sui primi PC. Nidhogg, un action platform dove il giocatore proseguirà la propria avventura con salti o a colpi di fioretto. Anche qui abbiamo il recupero dello stile grafico che caratterizzava la prima piattaforma Atari, il 2600. Il gioco si muove veloce tra i vari livelli, tra livelli bidimensionali dai colori pieni e definiti, sicuramente un'opera da tenere d'occhio.
Rimangono i restanti giochi che ho deliberatamente scansato come i titoli sviluppati su piattaforma iOS (non possiedo Ipod/Iphone), i titoli MMO (ciao ciao Neverdaunt:8Bit) e i titoli che rimangono indefiniti come Dinner Date, una esperienza emozionale che fatico ad inserire tra i due filoni, primo perchè è un titolo che ha fatto parlare di sè per le idee che racchiude, ma che si fa conoscere lentamente tra i poco/non interessati a questo panorama perchè difficile da apprezzare appieno (sopratutto con il prezzo che ha). Aspettiamo quindi Marzo per saperne di più sui vincitori ed in generale sui videogiochi non ancora completi.

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