20.4.11

Canzone della Settimana: Supercollider



Uscito 17 Aprile per il Record Store Day in sole 2000 copie, il 16 giri The Butcher/Supercollider è l'ennesimo frammento fatto cadere dai Radiohead in una fase della loro carriera che oserei definire ludicamente enigmatica, quasi transitoria come il nuovo lavoro The King of Limbs uscito nei negozi in formato fisico il 28 Marzo.

Dall' Estate del 2009 la band ha iniziato a seminare nuove canzoni nei formati più disparati, a presentarle dal vivo in occasioni e modi differenti, fino ad arrivare al formato newspaper per il nuovo album con tanto di ideazione di un giornale, The Universal Sigh distribuito in diverse parti del mondo (a Londra era presente pure Thom Yorke).
Oltre a queste campagne e promozioni più o meno discutibili e interessanti, non c'è stato finora nessun annuncio di un tour a supporto, oltre alle interviste di rito che sono state pochissime e disinteressate dai protagonisti riguardo al nuovo lavoro, non ultima la smentita di Ed O'Brien su un possibile seguito del disco.
Oggi si scopre che The Universal Sigh conteneva pure un codice per arrivare al download gratuito di The Butcher/Supercollider. Quest'ultima strano ma vero è la canzone più lunga della loro carriera, autori di svolte sonore tra le più incisive della storia del rock ma senza mai lasciarsi andare alla tentazione di brani dalla forma così estesa, solo Paranoid Android si avvaleva di questo merito, appunto.

Supercollider è, sperando d'aver compreso almeno un po', un software di formulazione del linguaggio sonoro tramite composizione algoritmica e capace di creare, assemblare e sintetizzare centinaia di suoni e utilizzarli in modo interattivo e in tempo reale, (di recente ne è uscito pure un libro). Ciò potrebbe spiegare le atmosfere ossessive ma ovattate presenti nel brano, quasi amatoriali per quanto semplici, come a celebrare il sogno oltre la tecnica, un approccio puro e desideroso di quiete, qualcosa che Thom Yorke ultimamente fa emergere con più spontaneità nei suoi testi (Lotus Flowers), testimoni di una ricerca di pace sempre più concreta con il proprio spirito, con se stessi, uno dei fili narrativi che dava vita a contenuti così viscerali e instabili che animavano Kid A e Amnesiac e in generale anche la discografia della band.

Pablo Honey veniva pubblicato nel 1993, anno in cui l'enorme acceleratore di particelle, il supercollisore o Superconducting Super Collider veniva definitivamente abbandonato perchè troppo dispendioso (spesi 2 miliardi di dollari) e lasciato a se stesso, incompiuto, il paio con l'assenza di concretezza che circonda il Large Hadron Collider di Ginevra di cui a breve speriamo d'avere nuove notizie.

"The universal Sigh, It's what keeps me alive."

Così si ama ribadire ultimamente dalle parti di Oxford, tra celebrazioni di alberi secolari (il vero King of Limbs) e ideazione di un giornale di solo formato cartaceo, appunto. Poi chissà, arriverà pure il momento delle altre canzoni presentate dal vivo da Yorke e i suoi Atoms for Peace, magari incluse in un disco che meriterà più considerazione. Magari chi continua a dare il peso delle sorti della musica contemporanea a una band nata nel 1991 dovrebbe mettersi l'anima in pace.

Testo:
Super collider
dust in a moment
particles scatter
coming up from the soup

swimming upstream
before the heavens crack open
thin pixellation
coming up from the dust

in a blue light
in a half-life
in a high line
in an arc light

i'm a bass bin flip-flopping
i'm a pulse wave hot-stepping
i put the shadows back into the boxes
i put the shadows back into the boxes

i am open
i am welcome
for a fraction of a second
i have jettisoned my illusions
i have dislodged my depression
and put the shadows back into the boxes
i put the shadows back into the boxes

i've seen the angel hanging over the balcony

Nessun commento:

Posta un commento