19.7.11

Long Playing - Skying


Partiamo con un punto assai fondamentale: Questo disco è autoprodotto dagli stessi The Horrors. Dopo i tentativi indicativi avuti con Geoff Barrow (membro dei Portishead) e pure Chris Cunningham (talentuoso videomaker che ha realizzato per loro un video degli esordi, Sheena is a Parassite) stavolta il gruppo proveniente dall' Essex fa tutto da solo realizzando un disco effervescente, dal suono moderno e antico al tempo stesso; merito di una conoscenza musicale quasi scolastica che mescola elementi di diversi sottogeneri del rock. Un processo apparentemente analitico e che inevitabilmente però porta il gruppo a non spiccare ancora il volo verso una personalità completa, a una attitudine precisa che sappia dare ampio respiro ai propri lavori.

La dark-wave di marca anni '80 incontrava i deragliamenti melodici dello shoegaze nel precedente Primary Colours, Skying invece si appropria delle escursioni lisergiche dei Primal Scream e il ritmo di Madchester di inizio anni '90 che va a circondare la pop-wawe di gruppi come Simple Minds e Echo and the Bunnymen. C'è una differenza non da poco in questo cambio di rotta, i riferimenti sono più astratti e non facilmente intuibili come in Primary Colours, c'è una compattezza maggiore tra una traccia e l'altra e la calligrafia si fa sempre più autorevole. Vengono meno le canzoni, l'episodio da singolo che nel secondo disco era sopratutto Sea Within A Sea qua cercata invano nella parte finale del disco mostrando una lieve forzatura d'intenti che comunque non pregiudica le sorti di un disco pregno d'idee.

L'utilizzo inedito per loro di strumenti classici come trombe e violini, abbinati ai synth e ai vari colori kraut sempre presenti fin dallo scorso album, arricchiscono ulteriolmente il bagaglio delle canzoni e la sostanza sonora che impensabilmente si fa più leggera e soave rispetto al passato. Fra le 10 canzoni di Skying spiccano tra tutte autentici colpi di classe come Wild Eyed e You Said, le fantasie digitali di Moving Further Away, mentre Dive In sembra uscire fuori da Nowhere dei Ride salvo poi implodere in un magma sonoro indefinito.

Con le dovute proporzioni, la carriera degli Horrors si sta rilevando proficua e interessante, di sicuro beneficio per le nuove generazioni che magari si rispecchiavano nel loro look gotico e strampalato degli esordi.

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