17.11.10

Canzone della settimana: Marriage


Parlare di Glo-fi è abbastanza delicato, ma davanti alla produzione di questo ragazzo dell' Essex che si fa chiamare Gold Panda forse è giusto dire qualcosina.
Delicato perchè è un movimento nato a fine del decennio scorso e rinominato così dai tumulti del web. Si tratta di una rielettura delle sonorità anni '80, specialmente il synth pop più commerciale e la musica dance, unite all' elettronica di nuova generazione ma con un approccio e un risultato di bassa fedeltà, così intesa come nostalgia dell' estetica e delle dinamiche anni '80 e provata da chi ne ha un ricordo lontano, sbiadito, tipico di chi non ha vissuto in prima persona quel periodo ma probabilmente è stato accompagnato durante l'infanzia da certe sue conseguenze che si sono affacciate anche nei decenni successivi.
E un risultato affascinante e curioso che è anche applicato a gruppi dalle sonorità meno elettroniche come nel caso di Ariel Pink citato qui nel listone estivo di quest'anno, in quel caso si parla di Hypnagogic pop (proprio così).
Il guaio è quello di fare tanta confusione, e ammetto che anch'io pur non addentrandomi in dinamiche approfondite sfiori il rischio di farlo, perciò mi limito a questo che spero basti a far capire l'estetica che si porta dietro Gold Panda, anche se con sfumature diverse.

Anche qui suoni anni '80 abbastanza riconoscibili nel mare elettronico proposto, in questo caso però l'estetica sbiadita suggerisce anche delle suggestioni orientali, (l'artista ha confessato che per un anno è stato a vivere in Giappone) e in generale un gusto per la melodia e per una trama elettronica sintetizzata e compattata in tracce dal puro gusto pop.
Per quel poco che ho ascoltato del Glo-fi, poche cose sono state più convincenti, brillanti e capaci di emergere per meriti per lo più personali da questo calderone ancora indefinito.



Sul suo sito ufficiale si può ascoltare per intero l'album, l'ascolto è consigliato:
http://www.luckyshiner.com/

2 commenti:

  1. Mica male, i generi elettronici quasi li svendono al mercato ortofrutticolo per quantità. Questo autore mi pare un mix ben riuscito, basta non si perda nei vocaloid come fanno i giapponesi

    RispondiElimina
  2. Non sapevo niente del Vocaloid, ho appena visto qualcosa e devo dire che lo strumento crea una modulazione della voce che usano già molti artisti elettronici, di certo non filtrando voci pucciose per sigle di anime, con un certo criterio e gusto.

    Comunque si questo genere rispetto agli altri riesce a essere più utile visto che raccoglie una schiera di artisti che hanno in comune questa fascinazione nostalgica e disimpegnata per gli '80, ahimè hanno scelto dei nomi davvero discutibili.

    RispondiElimina